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2024-10-16 21:09:37 +02:00

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==L'ontologia è lo studio dell'essere nelle sue manifestazioni genetiche==. Platone formula una teoria ontologica, chiamata Teoria delle le idee, essa consiste nel fatto che ci sono 2 mondi paralleli, uno sensibile (quello dove viviamo noi), e uno intelligibile.

Il mondo sensibile è una copia sbiadita del mondo intelligibile soprattutto perché crede che le cose concrete sono soggettive, in quanto percepite dai sensi che sono soggettivi, e soprattutto, i sensi sbagliano. Questo mondo però essendo una copia, aiuta noi anche a tornare nel mondo intelligibile, infatti uno può arrivarci attraverso l'uso dell'intelletto.

Relazione mondo sensibile - intelligibile

Come accennato in precedenza le idee hanno delle specifiche caratteristiche.

  • ==imitazione==: il mondo sensibile è un imitazione imperfetta del mondo intelligibile
  • ==partecipazione==: ogni cosa partecipa all'esistenza delle sue idee
  • ==presenza==: una cosa rende presente le sue idee d'origine nel mondo sensibile, creando un aggancio a cui i filosofi possono attaccarsi

Il mito della caverna - Repubblica

Per spiegare questa cosa in maniera più utile a tutti, Platone crea un mito, chiamato mito della caverna.

Incatenati gambe e collo, sì da dover restare fermi e da poter vedere soltanto avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo (Repubblica, VII, 514 a-b)

Platone racconta di una serie di persone bloccate a guardare il muro, un muro buio di una caverna. Alle loro spalle un muretto, con dietro un fuoco. Il fuoco proiettava delle figure, tenute da delle persone dietro il muretto, sul muro che le persone potevano vedere. Queste persone hanno visto per tutta la vita il muro, con quelle ombre. Essa per loro è diventata la realtà. A un certo punto una persona riuscì a liberarsi e uscire dalla caverna, gli occhi non erano abituati a vedere direttamente la luce, quindi questo cambiamento gli provocò dolore. Questa persona uscì, scoprì il sole, che rappresenta l'idea del bene, e visse per un po' di tempo fuori. Egli però aveva un vuoto dentro, voleva andare a liberare i suoi compagni, che sono stati per molti anni rinchiusi nella caverna assieme a lui, quando rientrò provò a raccontare tutto a i suoi compagni, essi non lo riconobbero non avendolo mai visto e vedendo sempre e solo ombre, si spaventarono e non gli credettero, fino a quando uno prese un sasso e lo tirò in testa all'amico, esso cadde a terra morto.

Questo solitamente è letto come metafora in cui:

Mito della caverna Applicazione alla realtà
Persone incatenate Persone
Le ombre proiettate La realtà sensibile
Il fuoco Sole
La persona che: si libera; accetta il cambiamento; torna in dietro ad aiutare gli altri Filosofo
Sole Idea del bene
Mondo fuori dalla caverna Mondo intelligibile
Come rappresentato nel mito, il guardare fuori dalla caverna brucia agli occhi, crea dolore fisico, ciò rappresenterebbe il dolore provocato dal cambiamento. Un dolore provato anche quando si prova a parlare del cambiamento, abbastanza grande da portare ad uccidere.
Un dolore causato dalla conoscenza