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Manzoni scrisse parecchie odi, tra cui Il 5 maggio, dedicata alla morte di Napoleone Bonaparte
Il cinque maggio
Egli fu. Come immobile restò il cadavere senza memoria così stette la terra quando seppe la notizia.
Il 5 maggio sono le odi dedicate all'ex imperatore Napoleone I, che dopo la sua sconfitta a Waterloo venne esiliato nell'isola inglese di Sant'Elena e reso imperatore dell'isola.
La sua grandezza in terra non si trasformò in gloria a causa di tutta la "cruenta polvere" (i morti) che ha causato.
L'opera si divide in 3 parti:
- Cosa pensa l'autore della morte del condottiero
- L'amore (e la nostalgia) verso i ricordi del suo periodo da potente
- La conversione al cristianesimo
L’ode annuncia la morte di Napoleone e riflette sulla sua grandezza e sulla sua caduta. Manzoni descrive l’imperatore come un uomo potente, ma segnato dalla nostalgia e dal dolore durante l’esilio. Lo presenta anche come uno strumento della provvidenza divina, guidato da un disegno superiore. Infine, l’autore conclude con l’immagine di una riconciliazione tra Napoleone e Dio, trovando pace nella fede.
Contrapposizione:
Passato / Positivo | Presente / Negativo | Parte |
---|---|---|
frenesia della vita | immobilità della morte | I |
gloria e grandezza | il modo in cui le ha raggiunte, guerra, morte e distruzione | I |
amplio governo (Dall'Alpi alle Piramidi) | piccola isola | II |
passato glorioso | misero esilio | II |
Ma anche pericolo-gloria, fuga-vittoria, reggia-esilio, polvere-altare. |
L'esilio a Sant'Elena propone una vita quasi immobile: "ozio", "cadde a terra la stanca man", "tacito morir d'un giorno inerte".
Si mettono in contrapposizione la frenesia della sua vita con la morte immobile, e la grandezza e la gloria con la morte (cruenta polvere).