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2025-02-06 22:41:18 +01:00

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La sostanza è ==causa sui== Ciò che per esistere non ha bisogno di altro che di se stesso

Nasce alla fine del '500 con il nome di Renes Descartes ("Renato Cartesio", lui stesso si fa chiamare solo Cartesio, anche se continua a vivere in Francia). Lui studia al collegio di La Fleche, gestito dai Gesuiti, essi fornivano un educazione molto rigida. Criticherà quella educazione in quanto "lo ha reso straniero nel suo mondo", studiando gli antichi in maniera molto approfondita, ma del mondo in cui si trova poco.

Le opere

Lui scrisse 3 opere:

  • Le regole per la direzione dell'ingegno
  • Il discorso sul metodo
  • Le meditazioni filosofiche
  • ...

Il discorso su metodo

Per lui è un tema fondamentale. Lui parte senza voler insegnare agli altri, ma descrivere se stesso e far vedere agli altri il suo metodo di ragionamento, che lui utilizza e che secondo lui funziona, ma che non è detto sia giusto. Secondo lui la ragione umana è la fonte della verità, lui è un razionalista Secondo lui il metodo formato da 4 punti:

  1. Evidenza e distinzione: accetto solo ciò che si presenta come chiaro e distinto, con i concetti separati gli uni dagli altri.
  2. Analisi: Scomporre in parti più piccole, passando da un ragionamento complesso alle sue singole parti semplici.
  3. Sintesi: Dopo aver fatto tutti i passaggi nell'Analisi, qui li si rilegano tutti insieme.
  4. Enumerazione: Controllare e rivedere se tutti i punti sono stati fatti correttamente per avere la sicurezza di non aver tralasciato nulla. Secondo Cartesio se si segue sempre questi passaggi si arriverà sempre a soluzioni vere.

Ideali

Dubbio

Quando si incomincia a ragionare però dice di dubitare di tutte le conoscenze pregresse. Il dubbio si divide in:

  • Dubbio metodico: ovvero prendo come metodo di dubitare di tutti gli oggetti sensibili
  • Dubbio iperbolico: Cartesio si chiede se può essere sicuro delle sue conoscenze dopo aver controllato. "E se ci fosse un genio maligno che mi inganna su tutta la realtà?", da qui esce solo una certezza ("soggettiva"), ovvero "io se penso esisto".

Pensiero

I Verità, soggettiva, cogito cartesiano: ==cogito ergo sum== letteralmente "penso dunque sono". Penso quindi esisto io, come soggetto, ovvero come qualcuno che compie un attività. Non è possibile dimostrare gli altri. Io esisto come ==res cogitans== (sostanza pensante, contiene qualunque cosa pensi).

Il concetto di Dio

Per Cartesio si possono avere 3 tipi di idee.

  • Avventizie: Sono le idee che avvengono a posteriori dopo un esperienza. Quindi l'immagine sbiadita, il ricordo
  • Fattizie: Le idee di fantasia create da me, tipo un unicorno, che la mia mente ha unito più cose per farlo.
  • Innate: Sono delle idee che non possono derivare da nessuna esperienza, ad esempio la perfezione (nella realtà non c'è niente di perfetto), il bene assoluto. Io non me lo sarei potuto immaginare perché anche io non sono perfetto.

Fra le varie idee innate è presente l'idea di Dio, e le altre idee innate sono derivate e create dall'idea di Dio. Però il dubbio impone il fatto che dovrebbe dubitare anche di Dio, ma lui non lo fa, per evitare di essere considerato eretico, e infatti lui cerca l'esistenza di una prova, senza dubitarne.

Usò 3 prove per dimostrare l'esistenza di dio:

  • Prova ad priori: Le idee innate devono essere messe da qualcuno infinito perfetto, altrimenti non avrebbe potuto crearle. Prova a priori.
  • Prova a posteriori: Ogni elemento ha delle cause precedenti che gli hanno dato vita, e quindi non si può mai arrivare alla fine, quindi si deve arrivare "alla causa prima", per l'appunto dio. Se fosse la mia mente ad aver immaginato tutto, non mi sarei creato tutti questi problemi. (Da San Tommaso)
  • Prova ontologica: Dio se è perfetto non può non esistere, altrimenti non sarebbe perfetto.

Sant'Anselmo: Tutti possono capire il concetto di Dio (compresi gli atei), quando io sperimento la mia bottiglia, esiste fuori ma è anche dentro la mia mente. Se Dio esistesse solo nella mia mente, allora Dio non esisterebbe fuori, e quindi sarebbe inferiore a tutte le altre idee. Se io guardo un isola quell'isola esiste nella mente ed anche fuori allora è più grande di Dio, ma Dio è più grande per definizione.

L'esistenza di Dio annulla l'esistenza del genio maligno, perché non potrebbero convivere in quanto Dio è perfetto e buono. Per questo io posso conoscere la verità.

Essendo che esiste Dio e non il genio maligno, non devo per forza dubitare di tutto. Quindi per Cartesio il mondo è res extensa.

Dualismo

Per lui ci sono 2 strati:

  1. La sostanza astratta, incorporea (res cogitans). E' la dimensione consapevole e capisce, è la dimensione libera. E' inestesa (senza corpo), e libera ("che può decidere", non senza limiti). Simile alla nostra anima.
  2. La dimensione materiale (res extensa). E' spaziale ed ha un corpo. E' la dimensione corporea della materia. Ogni cosa corporea occupa uno spazio. E' organizzata secondo il ==MECCANICISTICO==.

Ogni cosa è caratterizzata da una causa efficiente ed un effetto, ovvero materialmente cosa causa un azione e cosa viene causato da essa.

Dio è la causa efficiente prima, non ha nessuna causa e tutto è un suo effetto.

E lui si chiede come queste sostanze possano comunicare.

Essendo che ha dimostrato la realtà lui ha dimostrato anche l'esistenza di altre persone in quanto le percepisce, e esistendo un linguaggio esso serve perché anche gli altri pensano.

Secondo lui possono comunicare tramite "la ghiandola pineale", che le mette in "collegamento". Le microscopiche particelle che fungono da trasporto arrivano alla ghiandola pineale in cui esse parlano con l'anima. A differenza degli animali nell'uomo sono anche controllate dalla ghiandola pineale e inviate per eseguire azioni.

La morale

Cartesio crea un "metodo" da seguire, ma esso è ristretto ad alcuni contesti specifici più "tranquilli", in quanto l'uomo deve prendere delle decisioni e non sempre può prenderle avendo l'intero contesto in torno.

Per lui bisogna seguire 3 regole:

  1. Obbedire alle leggi, ai costumi, alla religione tramite opinioni più moderate e lontane dagli eccessi
  2. Seguire i propri ideali senza cambiarli costantemente, con la stessa coerenza con cui segue i fatti veri, verificati dal metodo.
  3. Adattare alla realtà i propri desideri in modo da non esserne delusi nel caso fallissero.