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Canti:
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- [XVIII - Cloridano e Medoro](XVIII%20-%20Cloridano%20e%20Medoro.md)
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- [XIX - La fine di Cloridano](XIX%20-%20La%20fine%20di%20Cloridano.md)
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Rilasciato nella prima edizione nel 1516, l'Orlando furioso è un poema cavalleresco dedicato al cardinale Ippolito.
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Viene pubblicata una seconda edizione una decina di anni dopo, rivisitata dal punto di vista linguistico (la prima era molto influenzata dall'Emiliano).
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E' un poema cavalleresco.
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La chanzon de roland, (canzone di orlando), predecessore del poema, erano legate alle crociate, sovrappongono i conflitti di Carlo Magno con gli ottomani (che hanno invaso la Spagna) con le crociate per la liberazione della palestina.
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*Perché Orlando*? Orlando era un paladino, un difensore del palazzo di Carlo Magno.
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L'Orlando si rifà ad una tradizione antica, appartiene ad i poemi cavallereschi ma si rifà al*le canzoni di gesta* (circa 1100-1200, "stranamente" durante le crociate). Le canzoni di gesta si dividono in due temi:
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- **il ciclo carolingio**, incentrato sulla corte di *Carlo Magno*. In questo caso i cavalieri combattono per la difesa della fede arturiana (non ci sono personaggi femminili protagonisti).
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- **il ciclo arturiano** / (o ciclo bretone), incentrato sulla corte di *Re Artù*. In questo caso i cavalieri combattono per l'amore. I personaggi femminili sono "l'obiettivo".
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I poemi cavallereschi, scritti nel 1500-1600, mescolano i temi dei due cicli, unendo quindi i temi della fede e l'amore.
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Il pretesto per scrivere questo poema, è quello di continuare un poema di un poeta di corte d'Este (Matteo Maria Boiardo), che scrisse un poema cavalleresco che già nel titolo mescola i due cicli: l'*Orlando Innamorato*. Viene continuato usando come l'*Orlando furioso* (*per amore*). Ariosto fa addirittura impazzire Orlando per amore.
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Essendo una continuazione non ha un inizio, e Ariosto ha deciso di non mettere neanche una fine. Già dal primo verso Ariosto da per scontato che i lettori fossero perfettamente al corrente dei fatti narrati nel "capitolo precedente" (*l'Orlando innamorato*, non terminato da Boiardo a causa della sua morte).
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Orlando è "innamorato" e "furioso" per una ragazza chiamata "Angelica". Scelto apposta per richiamare gli Angeli, ma è tutt'altro che *angelica*. Non è cristiana.
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Boiardo racconta che alla corte di re Carlo arriva questa angelica accompagnata dal fratello, che compare al campo di Carlo, molto provocante, allo scopo di farli innamorare e distoglierli dalla guerra. Essa infatti è una nemica (era pagana e non voleva quella guerra).
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Angelica arriva alla corte e dice che si propone come sposta al più valente dei paladini. Carlo, alle prese della guerra, decise di dare Angelica al più valente dei combattenti nell'imminente battaglia.
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Fino ad allora Carlo decise di lasciare Angelica ad uno dei suoi fidati (un vecchio conte).
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Quando arriva la battaglia l'esercito di Carlo perde, ed Angelica scappa dalla custodia.
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Con la fuga di Angelica si conclude l'Orlando Innamorato e si apre l'Orlando Furioso.
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Viene messo come protagonista dal titolo "Orlando", che non è l'unico protagonista e ad un certo punto diventa pazzo. Similmente anche Angelica non è l'unica femmina protagonista.
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L'Orlando furioso è il poema dei desideri, Ariosto dice che le ambizioni ci faranno uscire pazzi.
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Angelica fuggirà dentro luoghi impervi, soprattutto in delle foresta (luogo simbolico, labirinto per eccellenza, il luogo dove uno si perde).
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1. I Canto - Proemio: protasi (sintesi dell'argomento) + invocazione+ dedica + dedica
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1. Ferraù, doveva seppellire Argalia ma gli prese l'elmo e non lo seppellì, si è dimenticato di togliersi l'elmo mentre beveva dal fiume. Il fantasma di Argalia uscì dal fiume, prese l'elmo perché era suo e perché non era stato seppellito. *Forse i morti possono ottenere i loro desideri, ma non certo gli esseri umani*.
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Lo **straniamento** è l'effetto di sconvolgimento, spiazzamento, della concezione abituale della realtà (dal lettore) di quella che il lettore si aspetta dal testo. Il lettore si aspetta che agisca in un certo modo, e l'autore sconvolge le aspettative del lettore, per metterlo a riflettere ed immaginare, ad esempio l'intervento del narratore al tempo, come con frasi: "non so sè", "questo è il mio parere"; oppure utilizzando un linguaggio diverso dalla norma, come nel caso di un personaggio nobile che usa un linguaggio basso. |