Italiano: Cloridano e Medoro

Aggiunta la vicenda del XVIII e del XIX canto dell'Orlando Furioso
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Canti:
- [XVIII - Cloridano e Medoro](XVIII%20-%20Cloridano%20e%20Medoro.md)
- [XIX - La fine di Cloridano](XIX%20-%20La%20fine%20di%20Cloridano.md)
Rilasciato nella prima edizione nel 1516, l'Orlando furioso è un poema cavalleresco dedicato al cardinale Ippolito. Rilasciato nella prima edizione nel 1516, l'Orlando furioso è un poema cavalleresco dedicato al cardinale Ippolito.
Viene pubblicata una seconda edizione una decina di anni dopo, rivisitata dal punto di vista linguistico (la prima era molto influenzata dall'Emiliano). Viene pubblicata una seconda edizione una decina di anni dopo, rivisitata dal punto di vista linguistico (la prima era molto influenzata dall'Emiliano).

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Medoro provò a scappare nel bosco, e finì per entrare nel pieno del bosco.
Lontano era Cloridano, a tal punto che non sentiva nessuno dietro, ma si dispera quando si accorge he Medoro non era con lui. Ritorna quindi dentro per cercare Medoro, rifacendo lo stesso percorso che aveva fatto. Sente i cavalli e i cavalieri e sente che vogliono catturare Medoro.
Medoro si prova a difendere, mettendosi dietro gli alberi, però mai separandosi dal suo peso. Quando non poteva tenerlo lo lasciava e ci girava intorno.
Cloridano vede la scena ma non sa come aiutarlo, è disposto a morire ma non prima di ammazzarne qualcuno. Da nascosto nel bosco tira una freccia, che becca in testa e fa cadere a terra uno morto.
Mentre tutti si voltano, e uno si chiede da dove arrivava la freccia, ne arriva una seconda che gli taglia la gola.
Zerbino dopo i due morti, se la prende con Medoro, lo tira per i capelli ma non lo uccise. Medoro pregò Zerbino di risparmiarlo *per quantomeno il tempo di seppellire il suo re*.
Un cavaliere scozzese, non rispettò Zerbino, e senza dire niente trafisse Medoro, che cadde a terra *come un morto*.
Zerbino si rivolse verso il cavaliere che si allontanava e scappò.
Cloridano, vedendo Medoro morto, esce dal bosco per combattere, più per morire che per vendicarlo, ma anche lui cadde morto affianco a Medoro.
*In realtà Medoro era quasi morto, e lo sarebbe stato se non fosse arrivata Angelica ad aiutarlo*.
# Analisi
In questo episodio viene preso d'esempio un episodio dell'Eneide, che in quel momento era considerato il poema classico per eccellenza. (I testi di Omero erano in greco, e quindi non erano ancora bene conosciuti. Verranno ri-conosciuti alla caduta di Costantinopoli, quando i letterati "orientali" tornarono in "occidente", diffondendo una altra volta il greco).
Si inserisce da qui in avanti una continuità del testo (non viene interrotto e ripreso come nei primi canti), e si inseriscono molti riferimenti all'epoca.
I valori trasmessi sono:
- amicizia
- fedeltà
- devozione
e il testo non si separa mai da essi.
Ariosto inserisce a Medoro un linguaggio molto elevato, improbabile per un fante. Ciò, assieme alle similitudini (di cui molte prese dall'Eneide), alza il livello dei due canti.
All'inizio del canto XIX Ariosto fa una riflessione riguardante la vita di corte. Essa è valida sia per la devozione sia che per l'amicizia.

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Cloridano e Medoro sono due fanti.
Il re (Dardinello, un arabo) è caduto in battaglia e loro due vogliono andare a dargli una degna sepoltura. Medoro gli dice che se non c'è la farà allora dovrà ricordare il suo gesto.
Cloridano prova a fargli cambiare idea, perché rischia troppo la vita, ma vedendo che non riesce a smuoverlo.
I cristiani, visto che stavano assediando, non pensavano di essere attaccati ed erano riversi nel vino, dopo la vittoria. Cloridano e Medoro fanno strage dei cristiani e poi ripartono.
Arrivano poi al campo della battaglia, e iniziano a cercare tra i tantissimi corpi. La luna (sorella di Apollo, Diana), alle preghiere di Medoro, si illuminò tutto, consentendo tramite un fascio di luce di individuare il cadavere ricercato (Dardinello, figlio di Almonte).
Prendono il Cadavere dietro e partono, ricalò il buio.
Nel mentre tornò Zerbino (un cavaliere cristiano) e Cloridano lasciò andare il cadavere per andarsene, scappando, con molta fretta, credendo che Medoro lo stesse seguendo; Medoro però lo prese tutto sulle sue spalle, senza dirglielo, e provò a portarselo dietro.
I cavalieri (Zerbino e i suoi), circondano i due.
[XIX - La fine di Cloridano](XIX%20-%20La%20fine%20di%20Cloridano.md)
![XIX - La fine di Cloridano](XIX%20-%20La%20fine%20di%20Cloridano.md#Analisi)